lunedì 25 ottobre 2010

David Beckham sleeping

…e così il tempo passava loquace. Dolce far tutto. E il verso era quello giusto. Che sognavo ad occhi aperti ma le lenti degli occhiali erano troppo appannate. Poi contro ogni pronostico è arrivato venerdì 17 a portarci fortuna. Quando incendiavano il Colosseo e noi ci baciavamo. A tratti così smielati da ricordare un film di Federico Moccia in 3d. Perché il contesto era il migliore. Anche se la crisi economica si abbatteva su tutti come neve che cadeva lieve su tutto l’universo, su tutti i vivi, su tutti i morti. Praga è la città di Kafka. Roma è la città nostra. Il contesto è il migliore. E il testo siamo noi. Abbastanza stanchi da riuscir a far tutto. Da nasconderci dietro i muri ciechi di Parigi. Da bestemmiare al Vaticano. A piazza Marconi i titani si svegliavano e noi ridevamo. E se ci fosse stata una terza guerra mondiale ci saremmo salvati con la diplomazia. E ne sono contento perché mi piace la diplomazia. E mi piace dormire male in due su un letto singolo. E mi piace quando sbuffi che non vuoi fare il caffè. E mi piace fumare in camera tua dopo il caffè. E mi piace capire quando sbaglio. E mi piace perdere tempo aspettando treni che non arrivano mai puntuali. E mi piace volerti regalare il mondo ma non avere mai un soldo in tasca. E mi piace la tua pelle d’oca. E quel sorriso che fai quando sai tu. E passare giorni interi con te. Come quando siamo andati a Perugia e c’era un mondo di troppo ma siamo stati bene lo stesso, temporeggiando in stazione. Tra l’umidità di un pozzo etrusco a sognare sottoterra. Silenziosi quanto basta per non svegliare David Beckham. E mi piace rispettare i tuoi diversi punti di vista. Che a villa Doria Pamphilij vedevi una nuvola a forma di drago ma a me sembrava un pene gigante. E un grande cammello che poi si è dissolto in cielo. Che poi ci baciavamo vicino ai fori romani e i corvi ci guardavano male. Poi un giorno hanno scoperto che l’universo è nato in uno dei tuoi primi compleanni. E la cosa mi ha fatto parecchio piacere. E ogni volta me ne andrò via col sorriso perché sarà bello tornare.

E mentre mi dirigevo verso casa ho visto gli zombi cercare di salire sulla metro alla fermata di Termini. Lenti e inesorabili. Erano tristi come tutti i pendolari del mondo tranne me. In treno sono scivolato tra le braccia di Morfeo ed ho sognato di essere un demone. Poi mi sono svegliato e non mi sono addormentato mai più.

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