giovedì 19 gennaio 2012

Il giorno in cui mi hai sussurrato che ti rendo più triste che felice era sottinteso che stavamo giocando al gioco dei contrari.


I

Ho sentito recentemente la storia di una coppia di agapornis che vivevano insieme da quasi due anni, in una gabbietta gialla di duemilaquattrocento centimetri quadri, senza affitti da pagare o menù straordinari la domenica a pranzo. Un giorno il maschio si è ferito la zampa, e confondendo il rosso del sangue per un parassita, si è beccato a morte. La femmina è rimasta sola e allora non mangiava più e non beveva più e non dormiva più e non volava più e non rideva più e non viveva più. Si è lasciata morire. Quando ho sentito questa storia ho sperato fortemente nell’esistenza del paradiso dei pappagalli. Se lo meritano più di noi. Poi ho pensato a te, e non ho acceso la tv, ma sono rimasto sdraiato sul letto, come un’orca bianca arenata sulla spiaggia solitaria tra il buio della notte. Forse sul letto di casa tua spiaggerei più comodo.

II

Per farti una sorpresa volevo farti volare. Volevo unire centinaia di palloncini pieni d’elio e legarli su di una sedia e farti volare. Mi piaceva l’idea di vederti salutare con la mano da sopra una sedia volante. Allora mi ci sono messo sul serio. Ho preso calcolatrice e taccuino e matita e oki e ho calcolato tutto. Il peso specifico dell’aria è di 1,29 kg/mc. Il peso specifico dell’elio è di 0,179 kg/mc. La loro differenza, sempre al metro cubo, è di 1,111. Senza tralasciare il peso del palloncino, ciò significa che un metro cubo d’elio solleva su per giù un kilogrammo. La capienza di un palloncino di medie dimensioni è di 20 litri, che equivale a 0,02 metri cubi. Per farmi un’idea ho calcolato che per alzare 50 kili (50/0,02) occorrono 2500 palloncini. Duemilacinquecentopalloncini.
Allora sono andato sul sito della Ryanair. Ma spesso e volentieri continuo ad immaginarti mentre mi saluti con la mano da sopra una sedia volante.

III

C’è un pullman che sterza ai piedi del Vittoriano, cavalcando i fori imperiali dopo la rotatoria, e poi passa anonimo tra la luce rossa del tramonto e dei fari delle auto in coda sotto al Colosseo. Prosegue lungo piazza San Giovanni tagliando la strada a San Francesco d’Assisi e corre ancora. Congiunge gran parte della Roma che conta, la Roma romana, la Roma imperiale. Poi arriva sotto casa tua. E lì si ferma.

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