venerdì 30 gennaio 2009

...scritto con la glassa...
Mi chiedevo quando sarebbe tornato il 18 ottobre dell'anno scorso. Avrei aspettato anche in eterno. Che mi era già capitato di aspettare in eterno. Senza fretta. Tanto dopo di te il mondo finisce. E ti cercavo nei motori di ricerca. E puntualmente maledivo gli algoritmi inefficienti di Google e di Virgilio. Una volta sono anche venuti gli zombie. Ma mi hanno scambiato per uno di loro. E invece di mangiarmi mi hanno abbracciato. Poi in una sera di gennaio, il 18 ottobre è prepotentemente tornato. Ancora più bello del 18 ottobre. Ancora più 18 ottobre del 18 ottobre. E la perfezione delle tue impronta digitali ha offuscato il ricordo del fantastico concerto da cui ero reduce. E stando solo con te mi sono sentito brutto come i film su Teleroma 56. La notte stessa lago e cielo erano una cosa sola. Non c'era traccia di orizzonte. Sembrava di vedere l'inizio dell'universo. Sembrava di vedere l'orlo del mondo. La fine del mondo. E ne ero contento. Tanto quello non era il mio mondo. Il mio mondo finisce dopo di te. Allora avrei voluto scrivere su qualche muro "sei come una pergamena inedita del 700 in una biblioteca di libri già letti". E volevo scriverlo con la glassa. Che ti danno fastidio i teppisti che imbrattano i muri. Ma non l'ho fatto. Perchè era il 18 ottobre. E il 18 ottobre le mie frasi migliori non valgono nemmeno un tuo colpo di tosse.

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