sabato 17 settembre 2011

trecentosessantacinque giorni, festivi inclusi

Questa è una storia di distanze frantumate e resistenze superate, iniziata trecentosessantacinque giorni fa, sotto la luce inusuale di una stella che esplode, e finita mai. È la storia di una mano che ha accarezzato le macchie del passato fino al punto di cancellarle, da eroderle, lasciando gocce di una rugiada che non si asciuga mai. È la storia di un sorriso così deciso da diventare verdetto inoppugnabile, sacrosanta giustizia tra le ingiustizie del mondo, come i treni in ritardo e le scarpe che si slacciano ad ogni passo. È la favola di un sole che tutto sommato può essere fresco e gradevole, di un amore impeccabile e della manifestazione miracolosa di certi versi di Prevèrt e di due grandi occhi in grado di abbracciare.
È la storia di un ragazzo che sta cercando nell’universo un punto lontano un anno luce, per rivedere ancora una volta l’avvolgente momento in cui due persone si innamorano, ma stavolta cercando di non meravigliarsi. Ma alla fine meravigliandosi.

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