venerdì 5 dicembre 2008

I SALICI PIANGENTI RIDONO

La seconda industrializzazione degli occhi è terminata. La visuale ora è integralmente diversa. Che poi non è così dissimile dal surfare in una vaschetta per pesci. Che poi i pesci siano Goldfish o Piranha poco importa. Tanto loro non li vedono i cieli color spazzatura con qualche crosta bianca che i più poetici sognatori chiamano "nuvole". Ma questo è un altro discorso. E le scimmie che hanno mandato sullo spazio sono tornate super-intelligenti. Ma meno simpatiche. E allora quel protezionismo doganale sulla dignità ottenuto solo con una morte all'ultimo grido, con un suicidio con televoto, non è più così velleitario. Il tasso d'interesse dell'odio è più redditizio. Lo so perchè studio economia. A nessuno piace la verità. Perchè la verità è buona. La verità è che infondo le pietre sono così indifese. E i salici piangenti sono tristi solo per convenzione. E il calabrone è libero perchè il suo volo non può essere descritto da nessuna equazione matematica. Ho cercato Dio allora. Ma nessuna traccia. Nè su Facebook, nè su Myspace. Avrei sfruttato lo schifo che provo come forma alternativa di energia. Costruendo mulini a vomito. Ma poi i cieli avrebbero rischiato di perdere parte del suddetto colore immondizia. Strade di plastica. Muri di ottone. Auto di prima qualità. Vite di terza scelta. Ho coperto i miei occhi con due copri-water per evitare che le mie fottute paranoie del cazzo mi divorino al ritmo delle sigarette accese e poi spente. Adoro fumare.

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