lunedì 24 agosto 2009

i frigoriferi sono la fine delle relazioni umane

Oggi sono stanco come il mare a ferragosto, il sole si crede stocazzo e non sono neppure capace a suonare la chitarra. Ho fumato sigarette e ascoltato musica come fossero compiti per casa. E poi ti ho pensato fino a perdere la memoria. Come sempre ti ho dedicato una decina di battiti cardiaci extra al minuto. Meglio della libertà, meglio della vita. Poi mi sono distratto con parodie mentali inconcludenti. I frigoriferi sono la fine delle relazioni umane; la geometria delle mattonelle del bagno è quasi blasfema; tra meno di una settimana c’è il derby; il paradiso lo preferisco per il clima, l’inferno per la compagnia; sei un sogno ad alta definizione. Magari proprio ora apparteniamo a due universi distinti, lontanissimi. Magari proprio ora sogniamo sotto cieli diversi, stelle diverse. Magari però in questo momento stiamo guardando lo stesso programma televisivo, lo stesso telefilm di merda. Romanticismo da nuovo millennio. Ho ventidue anni e mi sembra di affrontare una crisi adolescenziale degna di un quattordicenne viziato. Se tutto va bene a trenta anni mi ritroverò a giocare con le bambole come quando di anni ne avevo sei. E le ginocchia sbucciate non faranno così male come allora.

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